ESERCIZI DRAMMATICALI
Preghiera
dell’ubriaco
di Lorenzo Fois
Jane
è salita in cima alla scala che tiene fuori in giardino per toccare il cielo
con un dito ma una stella cadente a mezzanotte in punto, passando proprio
vicino al suo orecchio, le ha fatto perdere l’equilibrio e cadendo dall’ultimo
piano di questa triste storia ha sbattuto violentemente la testa in terra ed
ora è in coma. Il medico tuttavia non ha ancora sciolto la prognosi che resta
pubblicamente riservata alla mercé delle riviste specializzate in tristi storie
inventate.
Mentre
tornava a casa dall’ufficio dove rinchiude tutti i giorni i vecchi e lontani
istinti giovanili, il signor Hood si è fermato vicino a una pompa di benzina e
guardando fuori dal finestrino ha scaricato tutta la sua rabbia sulla donna
salita nel frattempo accanto al sedile del guidatore, esplodendo in un immenso
coito appiccicaticcio. Sono le due di notte e tutto va bene.
La
vita è solo una questione di punti di vista sbagliati, di cattivi gusti, di strane
abitudini e comportamenti egoistici. Altrimenti perché gli ultimi sarebbero i
primi? Scrivere cento volte, prima da sinistra verso destra e poi in senso
inverso, “non rubare, non uccidere e non fuggire, se non è strettamente necessario”.
Bravi ragazzi, c’è sempre una prima volta!
Il
professor Grassone, noto intellettuale delle balere di periferia, da anni
giudicava i pensieri dei suoi studenti, talenti dell’ignoranza come era solito
definirli, soffermandosi sulle sole prime cinque righe dei loro curricula, ma
se un giorno avesse mai letto oltre quelle poche parole scritte con
l’inchiostro avrebbe scoperto che la sua vita era in costante e serio pericolo.
La fortuna non aveva ancora voltato le spalle al nostro amico, ma come si dice
in questi casi, è meglio non tirare troppo la corda no?
Il
rumore di uno sparo, quello di una macchina che fugge, quello delle risa grasse
e senza pietà dei rapinatori di scoregge: il silenzio sulla scena del crimine,
quello della vittima stecchita al suolo e la rotta imperscrutabile della sua
anima dritta al cielo che guarda la macchina fuggire. Uno strano incrocio del
destino, forse la presunta mano di Dio, quella che ha fatto schiantare
l’automobile contro una grossa insegna luminosa “Fine della corsa”: il cielo
che si capovolge, il mare che la inghiotte, la sabbia che la sputa. La
giustizia è quella cosa per cui vale la pena farsi frate.
Nome,
proverbio, predicato verbale. Bernardo era ubriaco al punto da non ricordare il
nome di Dio quando i poliziotti scesero dalla sella della loro autorità per
farsi favorire patente e libretto. Idioti – disse il ragazzo visibilmente fuori
di senno – vi pare che se non fossi ubriaco lercio sprecherei il mio tempo a
parlare con voialtri? Ebbe solo il tempo di ricordare il volto di sua madre
prima di cadere a terra privo di sensi.
Jack
rumore di scoregge aveva appena finito il turno di notte nella fabbrica di
merda della città, quella gestita dal sindaco, dalla moglie del prete e dalla
cognata del farmacista, quando vide un pipistrello slacciarsi la patta dei
pantaloni e iniziare a pisciare sulla testa dei lombrichi e dei vermi striscianti.
È proprio vero che se mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper!
Barbara,
ma tutti la chiamavano Barbi, aveva iniziato a frequentare un tipo il quale a
sua volta frequentava un corso per imparare l’inglese in seimila giorni di
pioggia battente e incessante riuscendo a perfezionare in così poco tempo lo
stile e la pronuncia della sua eiaculazione precoce. Una goduria …
L’uso
scorretto del condizionale è il miglior amico dell’uomo. Il cane è solo uno
sciocco tentativo di imitarlo. Se avrei un cane lo chiamerò imbroglione!
Mio
cugino mangiava una tartarre di manzo bevendo un bicchiere di vino bianco e
osservando il sedere perfetto della cameriera e della ballerina di tango. Olè!
Anna
amava Marco il quale se non l’avesse tradita su Facebook con la sua migliore
amica ora sarebbe ancora un adultero vivo e continuerebbe a sguazzare nei suoi
loschi giri di prostitute digitalizzate. Scegliete sempre con cura le persone
di cui vi circondate.
Dio
mio, un altro giorno è andato e un altro è ancora da venire: se continua così
finisce male. Tutta questa confusione è il frutto di una società distratta,
sgrammaticata e analfabeta. Se tu mi ascolti, non cedere alla tentazione ma liberaci
dalle catene invisibili con cui riempiamo gli armadi a muro e le cassette degli
attrezzi. Io non sono pazzo signore, sono solo diversamente ubriaco. Solamente
un grado in più, un dito in meno, ma ugualmente spacciato. E questi sono degli
inutili esercizi drammaticali.
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