Si è letto molto, scritto tanto, condiviso un
mucchio, commentato parecchio. A dire il vero, ogni volta che l’uomo avverte il
bisogno di ipocrisia riesce a dare il meglio di sé, aiutato quel tanto che
basta dai potenti mezzi di comunicazione a sua disposizione: sociali dell’anti-socialità.
È capitato con Charlie, adesso è il turno di
Aylan, il bambino siriano riverso con la faccia in terra su una spiaggia di
Bodrum. Tutti nomi stranieri, chissà, forse il prossimo episodio su cui la
morale batterà la sua lunga lingua affilata avrà il nome di Pasquale, Antonio,
Fabrizio. Magari dopo che l’Isis avrà bombardato San Pietro o sarà riuscito
nell’intento di avvelenare tutto il cibo contenuto nell’Expo o, più probabilmente,
il giorno in cui tutti i bambini padani andranno a scuola col Corano sotto al
braccio e l’astuccio di Maometto. Forse
nel frattempo ci saranno state le tanto reclamate elezioni, il Senato sarà diventato
il dopo-lavoro degli onorevoli e la Cina avrà trasformato il mondo in un grosso
ventilatore senza pale.
Intanto l’estate è finita, l’abbronzatura
cede il passo ai primi mal di gola, è ricominciato fortunatamente il campionato
di serie A e anche il sindaco Marino pare si sia rifatto vivo dalle parti del
Campidoglio. Chissà se avrà terminato la stesura del suo romanzo! Qualcuno
racconta che appena ha rimesso piede a Roma è inciampato in una buca sul
marciapiede sotto casa, terminando la sua caduta su di un grosso escremento ormai
duro come il cemento. Il trauma cranico, tuttavia, pare lo abbia rinsavito. È da
qualche giorno, infatti, che ripete di essere Francis Scott Fitzgerald e non il sindaco della capitale.
Nel frattempo il calderone suscitato dal
funerale di un boss dei Casamonica è approdato al tavolo della Santa
Inquisizione: presiede il giudice Bruno Vespa. Mamma Rai è ben contenta di
farcire i suoi panini con merda a basso costo. Dalle parti di Viale Mazzini degli
ubriaconi stanno già pensando ad un nuovo talent show incentrato sulla capacità degli italiani a delinquere e, dall’altra parte, sul loro spiccato senso dell’etica
e della morale. Dice l’Istat, infatti, che per ogni italiano che delinque ce ne
sono almeno due pronti a fare la morale. Ciò significa che il numero dei
moralisti è il doppio di quello dei furfanti, furbetti di quartiere e ladri di
professione. In alcuni casi può capitare anche che ladro e moralista convergano
nella stessa persona. Forse questo è l’esempio più lampante di bipolarismo. L’unico vero bipolarismo che può
esistere al momento.
Lorenzo Fois