Il
fuorigioco è una questione di millimetri, il sesso è una questione di secondi e
la felicità non dura che pochi attimi. Che poi uno perde tempo a chiedersi se
il rigore ci stava, se il guardialinee ha fatto bene ad alzare la bandierina o in cosa consiste esattamente essere felici (le polpette di tua madre, un buon vino, la Roma che vince la Champions League?) che intanto i
minuti passano e alla fine non restano davvero che pochi secondi. Quelli in cui
sei seduto sul bidet, a lavarti, dopo che hai finito di fare l’amore, anche se
l’altra persona sembra non essersene neanche accorta. E ti viene fame. E ti
viene sete. E ti viene sonno. Quindi alla fine non mangi e non bevi, ma dormi.
Questione di qualche ora, che poi ti sembra sempre un attimo, sempre troppo
poco, che già ti devi rialzare e andare a lavoro. Lì invece il tempo non passa
mai: otto ore che sembrano lunghe un mese, un inverno, un anno. E scopri ogni
giorno che passa un nuovo capello bianco, un po’ di grasso in più sulla pancia,
qualche ruga sotto gli occhi che ti conferisce quel fascino da uomo navigato.
Ma te non sei Rocco Schiavone e nemmeno James Bond, non ci assomigli
minimamente. Non hai quel carattere spigoloso e quell’ironia pungente. Sei un
normalissimo uomo a cui la vita ha dato e tolto in quantità eguale. Uguale a
zero. Piattezza. Non mi riferisco agli addominali. Te c’hai la pansa, non te lo scordà mai. A te mica t’hanno ucciso
la moglie davanti agli occhi. Se ti fai una canna vai in paranoia una
settimana, tanto che sei costretto a prenderti le ferie. Che poi, quelli al
massimo sono i viaggi che ti puoi permettere. Ma dove vuoi andà? Non ci sai
fare neanche con le donne. Te le paghi le donne. Ma non è colpa tua, no. È
colpa della società. Che colpa ne hai se le donne scelgono sempre quello che ha
più successo o più soldi o entrambe le cose insieme? È la vita, funziona così.
Non si può aggiustare o portare dal meccanico. Non si studia la vita, si
impara. La vita è come una scatola di cioccolatini, hai sentito da piccolo dire
questa cosa. Ma poi hai scoperto che invece la vita è come una scatola, solo
che è piena di merda. Allora devi stare attento a non sporcarti, che non hai il
cambio appresso. Devi sempre aspettare di tornare a casa e lo sai quanto ci
metti ogni volta. Devi pure fare la lavatrice, cucinare e lavare i piatti. E
allora ti chiedi: ma chi ca.. me lo ha fatto fare? Tu sei pigro, indolente,
sciatto, al limite dell’apatico. Te con la vita centri poco e niente. Diciamo
che è stata una casualità. Una probabilità su mille. Ed è capitato proprio a
te. Pensa che botta di culo. Ma poi accendi la tv e ti rendi conto che sono in
tanti ad avere avuto una botta di culo. Tipo quello lì, quello del reddito di
cittadinanza che sbaglia i congiuntivi. Pare abbia ottenuto dalla Germania dei
buoni sconto da spendere per la birra. La birra. A te piace la birra. E mentre
ci pensi, cosa fai? Ti accarezzi la pansa, così confortevole. Così appagante. Ti
fa sentire meno solo. Anche se forse in fondo è stata proprio lei, la birra, a
farti gonfiare lo stomaco e a riempirti di massa adiposa.
Perché te c’hai la
pansa, non te lo scordà.
Lorenzo Fois