Ddl
Cirinnà. La legge sulle unioni civili è una sanguinosa battaglia parlamentare,
la più dura dai tempi di Cromwell. Del resto, che un tema etico e personale come
l’amore fra esseri umani (in questo caso dello stesso sesso) debba essere
regolamentato da una legge statale comporta una serie di complicazioni dipese
essenzialmente dal fatto che nella società esistono diverse interpretazioni
dell’amore stesso, tutte ovviamente rispettabili. Partendo da questo assunto,
il movimento che si è raccolto intorno al Family
gay chiede ormai da tempo il riconoscimento degli stessi diritti coniugali
anche per le coppie omosessuali. L’orda di conservatori, riuniti all’interno
del movimento opposto, il Family day,
ricorda sostanzialmente al primo che Adamo ed Eva erano un uomo e una donna,
cosi come Romeo & Giulietta e Albano e Romina. Si vabbè, poi si sono
divorziati. Ma non è questo il punto, sostengono i secondi.
E
invece si, dicono i primi, cioè i gay, che parlando dell’amore, anche loro,
pensano immediatamente al matrimonio e al fallimento dello stesso, ossia il
divorzio. Per non parlare dei figli, anche quelli fanno parte dell’amore. E
allora perché non possono averne un paio pure loro?
Eh
no, gli ricordano saggiamente i tradizionalisti: due uomini o donne dello
stesso sesso, per natura, non possono avere figli: “altro che utero in affitto”-
dicono – “questa è prostituzione!”.
Che
poi, quando il mercato del lavoro e quello immobiliare si verranno incontro, sostengono
alcuni economisti, sarà addirittura possibile anche per le coppie omosessuali acquistare
direttamente un utero. Insomma, meglio aspettare! Sempre che non lo abbiano già ricevuto in eredità
e non vogliano farci intanto un bed & breakfast. Il problema in questo caso non si
porrebbe nemmeno.
Insomma,
la faccenda è intrigata, oltre che intrigante. Chissà chi la spunterà alla
fine. Chissà il parlamento come se la caverà, se se la caverà. Per adesso regna
il solito ostruzionismo/trasformismo/immobilismo, espresso per altro dall’inadeguata
capacità della classe dirigente di affrontare qualunque tipo di problema.
Il
paese, in linea teorica, dovrebbe allinearsi agli altri stati europei in tema
di diritti. Perché, in fin dei conti, dobbiamo recitare la parte di quelli che
arrivano sempre ultimi e ci arrivano anche male?
E
se invece la diversità in questo caso giocasse a nostro favore, sostengono i
secondi? Se questa storia delle unioni civili fosse solo l’ennesimo tentativo
di distrazione di massa di fronte ai veri problemi che affliggono la società e
il mondo nel suo complesso?
Ad
esempio: qualcuno sa che fine ha fatto Gianni Togni?
Lorenzo Fois