Il mondo non finirà per colpa di un asteroide. E nemmeno per colpa
del cambiamento climatico o di una guerra nucleare. Non sarà colpa di Renzi, ma
certamente nemmeno merito suo. Non moriremo “quando ve lo dico io”: anche
perché io non sono Giucas Casella.
Non
importa quando moriremo e se moriremo uniti, come stronzi, disciolti, come
aspirine, o dispersi, come profughi.
Se
moriremo tutti o solo qualcuno, chi avrà la precedenza o chi dovrà aspettare in
attesa, come dal medico o al ristorante. Che poi, non è che muoiono prima “le
donne e i bambini”, o che i ricchi possono pagare per farsi fare lo sconto al
posto della ricevuta. Non è che i poveri possono illudersi di poter rateizzare
anche il pesante conto della Grande Consolatrice, l’ennesima rata poi …
Insomma,
la morte non è l’iphone n+1 …
O
forse si? Oppure qualcosa di molto simile?
Ma
no! Il mondo non finirà per colpa di un’emicrania digitale, per via del
reflusso tecnologico e del diabete comunicativo, per mezzo dell’avvelenamento
cibernetico, di un virus telematico. Non saranno Adolfo Apple e Benito
Microsoft a trascinarci tutti in guerra, a farci scomparire! Anche perché ve li
immaginate i soldati fronteggiarsi con la spada network, in una guerra di
social, accampati dentro i loro hasthag, a difesa del proprio profilo, senza
filtro e senza inganno. Farebbe ridere tutto questo!
O
forse no... O forse esiste già qualcosa di molto simile?
La
morte ci accomuna, cancella i nostri volti e i nostri corpi, come una chat che
è meglio non mostrare. Puoi vivere da eroe o pascolare da pecora: in fondo,
come disse quel poeta, alla fine tutti avremo due metri di terreno… E un iphone
nella tasca.
E
allora cosa importa se la terra che ci seppellirà sarà avvelenata, inquinata,
bagnata dagli acidi… Chi se ne frega se Allah avrà sconfitto Dio a braccio di
ferro, se Di Caprio avrà finalmente vinto l’Oscar o se un uomo e una donna nudi
potranno guardarsi e dirsi: mi passi il sale?
Panta
rei, diceva quel tale. Che tanto, oggi si direbbe in inglese.
Perché
siamo uguali in ogni angolo della Terra, da nord a sud, pellerossa e cinesi,
arabi ed eskimesi. La globalizzazione ha sconfitto il razzismo, non è vero?
Forse
si, perché in fin dei conti non ci frega un cazzo di niente, figurarsi degli
altri.
Il
mondo non finirà per mancanza di protagonisti, come una serie tv giunta al
termine, ma per mancanza di comparse. Siamo tutti uguali, tutti tremendamente
uguali.
Ma
a me checazzo me ne frega, io ora mi faccio un selfi!
Lorenzo
Fois
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