mercoledì 3 dicembre 2014

NAFTA CAPITALE


Era nell’aria, come l’inverno che sta arrivando. Troppi giorni senza uno scandalo, non ce lo potevamo permettere. Lo spread era ripreso a volare alto, talmente spaventato della nostra integrità morale, e i social, questi baluardi dell’informazione e della cultura, stavano vivendo un’astinenza che nemmeno un soldato al fronte.
L’attenzione, fino a qualche giorno fa, era infatti calamitata (volutamente?) sul “Pandagate”, sui Rom che rubano e che sputano e sporcano e infettano … Napolitano aveva minacciato le dimissioni, Renzi aveva minacciato i suoi e perfino il Papa era arrivato a minacciare l’Europa e le sue istituzioni a suon di parole come “solidarietà” e “altruismo”. Insomma, niente che poteva distogliere più di tanto i cittadini, così impegnati dal canto loro a sbrigare faccende e già protesi “anima e core” nella dispendiosa vicenda del Natale.
In questo clima di minacce al cetriolo e foglie morte, chi si aspettava una bomba del genere? Chi di noi avrebbe pensato che al peggio non c’è mai fine?
In fondo, la precedente gestione politico-amministrativa della collettività romana – Mafia Capitale – era un agglomerato di persone perbene, serie, colte come un anziano contadino dell’Aspromonte ma con un tocco di Dolce&Gabbana in più sui polsini della camicia sbottonata, da cui trapela disincantato un crocifisso d’oro che è lì come a dire: io so’ devoto, che nun se vede?
Stiamo parlando del fiore all’occhiello della società, gente uscita col massimo dei voti dalle università italiane e da quelle straniere. Fasci col culto della fica, amministratori delegati alla tangente, consiglieri regionali usa e getta, prestanome e lacchè, usurai e terroristi. E poi cognati, nipoti, mogli, amanti, domestiche ed escort col culo livido.  Il nostro caro e vecchio sindaco di destra li aveva tutti incensati e promossi alle cariche più alte dei maggiori enti pubblici della nostra città: funzionari, dirigenti, amministratori delegati. Ama, Atac e compagnia bella. Perché “io so furbo” è il motto della democrazia italiana, partita con i migliori auspici e rivelatasi un’enorme truffa verso i cittadini onesti che pagano le tasse e che dallo Stato si aspettano solo un po’ di meritocrazia.
Purtroppo dovremo ingoiare anche questa merda. Aspetteremo il prossimo scandalo, magari di sinistra, per dire: te l’avevo detto io, sono tutti uguali. Mentre più di qualcuno starà già pensando se non sia il caso di rispondere al fuoco nemico con un po’ di benzina … Nafta Capitale!

Lorenzo Fois

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