Collegi
uninominali, pressing a sinistra, contropiede. Sono queste le linee guida del
Pd, l’acronimo delle bestemmie. Altrimenti si va a casa, come Ventura.
La
destra è tornata a far paura, anche perché da quelle parti si usa bene il
manganello a centrocampo. Ma questo probabilmente è solo un (ta)vecchio modo di
vedere le cose.
Il
problema è l’allenatore. Il problema è la dirigenza. Il vero problema sono i
tifosi che non si sentono rappresentati. La falce e il martello sono diventati
solo un bagnoschiuma e un vecchio ferro nella cassetta degli attrezzi. Meglio
puntare sul merchandising e sulle tournee estive per fare profitterol.
La
colpa è delle televisioni, le tv di Berlusconi. La colpa è dei social network,
del blog di Beppe Grillo. La colpa è di questo
e quello, come il titolo del nuovo
libro di Travaglio, sempre dalla parte di codesto
perché è l’unico a far rima con onesto.
Ma
il punto cruciale è capire chi vincerà il derby nel centro-sinistra. La
polizia intanto ha varato un ingente piano di sicurezza, per il timore degli
scontri fra ultras bersaniani e renziani.
Nel
calcio, pardon, nella politica contano molto gli schemi e gli schieramenti. A
meno che non hai un numero dieci tra le tue fila come Gigi Di Maio.
Per
la stabilità, tuttavia, si consigliano ancora chiodi e trapano. Per lo stomaco due
bustine di gaviscon.
La
partita si deciderà probabilmente su un episodio. Ma ora che c’è la Var ci
sentiamo tutti più tutelati.
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