giovedì 16 novembre 2017

L'incapacità di coniugare umiltà e personalità nella Sinistra di oggi

Pare che Renzi si sia finalmente accorto che, quando uno è a capo di un partito di centro-sinistra, non può fare sempre e comunque tutto di testa sua. Forse annebbiato da tentazioni post-berlusconiane, “l’enfant prodige” della politica italiana ha creduto di poter replicare lo stile personalistico e imprenditoriale proveniente da Arcore in un partito sorto sulle ceneri di un’esperienza politica come l’Ulivo, che sommava al suo interno le diverse culture social-democratiche, cattoliche e liberali di un paese appena uscito da Tangentopoli. Ceneri, che è doveroso sottolineare, sembrano tuttavia rappresentare la materia costitutiva di uno schieramento che si ritrova a fare i conti con problemi “esterni” ben più complessi e radicati delle lotte intestine ad un partito politico.
Infatti, l’Europa e tutte le società del globo sembrano orientare le proprie antenne verso galassie che credevamo ormai distanti anni luce dai sistemi democratici: il fascismo, la xenofobia e la violenza tout court.
La sinistra, in buona sostanza, se la passa male ovunque. Perché a passarsela male sono le persone, i lavoratori. Se la passa male la cultura, l’istruzione, il sistema sanitario e pensionistico.
Eppure, facendo magari ricorso ad un ottimismo non facile da recuperare in un momento tanto difficile, è da qui, da questa sorta di anno zero, che potrebbe riprendere slancio l’idea di una Sinistra di governo che si opponga ad un modello imperialista e schiavista come l’attuale capitalismo delle grandi corporation. Quello che sostanzialmente mette i poveri e i disperati gli uni contro gli altri affidando ad una ristretta minoranza di uomini privi di etica, scrupoli e solidarietà le decisioni riguardanti il futuro del mondo.
Non a caso temi cruciali quali il cambiamento climatico e la crescita della forbice della diseguaglianza sono quelli che più di tutti meriterebbero risposte politiche che, senza dubbio, una Destra attenta unicamente a temi fiscali e di sicurezza nazionale non può fornire.
Sono questi i valori politici da cui ripartire, su cui costruire una società nuova, fondata sulla giustizia sociale e sulla salvaguardia del pianeta.
Se è vero che il tema della giustizia ha sempre rappresentato un terreno scivoloso per qualsiasi leader politico di sinistra, quello legato all’ambiente dovrebbe attrarre consensi trasversali nonché soluzioni pratiche alla portata di mano. Basta per esempio guardare ai paesi che stanno affrontando con successo il tema delle energie rinnovabili e della progressiva dismissione dell’utilizzo di combustibili fossili.    
Per fare questo ci vuole senza dubbio unità di intenti, lasciando da parte i protagonismi che hanno caratterizzato la storia recente del centro-sinistra. Ma più di tutto ci vogliono persone attente e capaci, che sappiano mostrare nella loro offerta politica una sapiente miscela di personalità e umiltà al contempo. In pratica, quello che non è riuscito a fare Renzi.
Sono aperte le iscrizioni.

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