Pare
che Renzi si sia finalmente accorto che, quando uno è a capo di un partito di
centro-sinistra, non può fare sempre e comunque tutto di testa sua. Forse
annebbiato da tentazioni post-berlusconiane, “l’enfant prodige” della politica
italiana ha creduto di poter replicare lo stile personalistico e
imprenditoriale proveniente da Arcore in un partito sorto sulle ceneri di un’esperienza
politica come l’Ulivo, che sommava al suo interno le diverse culture
social-democratiche, cattoliche e liberali di un paese appena uscito da Tangentopoli. Ceneri, che è doveroso
sottolineare, sembrano tuttavia rappresentare la materia costitutiva di uno
schieramento che si ritrova a fare i conti con problemi “esterni” ben più
complessi e radicati delle lotte intestine ad un partito politico.
Infatti,
l’Europa e tutte le società del globo sembrano orientare le proprie antenne
verso galassie che credevamo ormai distanti anni luce dai sistemi democratici:
il fascismo, la xenofobia e la violenza tout
court.
La
sinistra, in buona sostanza, se la passa male ovunque. Perché a passarsela male
sono le persone, i lavoratori. Se la passa male la cultura, l’istruzione, il
sistema sanitario e pensionistico.
Eppure,
facendo magari ricorso ad un ottimismo non facile da recuperare in un momento
tanto difficile, è da qui, da questa sorta di anno zero, che potrebbe riprendere slancio l’idea di una
Sinistra di governo che si opponga ad un modello imperialista e schiavista come l’attuale
capitalismo delle grandi corporation. Quello che sostanzialmente mette i poveri
e i disperati gli uni contro gli altri affidando ad una ristretta minoranza di
uomini privi di etica, scrupoli e solidarietà le decisioni riguardanti il
futuro del mondo.
Non
a caso temi cruciali quali il cambiamento climatico e la crescita della forbice
della diseguaglianza sono quelli che più di tutti meriterebbero risposte
politiche che, senza dubbio, una Destra attenta unicamente a temi fiscali e di
sicurezza nazionale non può fornire.
Sono
questi i valori politici da cui ripartire, su cui costruire una società nuova,
fondata sulla giustizia sociale e sulla salvaguardia del pianeta.
Se
è vero che il tema della giustizia ha sempre rappresentato un terreno scivoloso
per qualsiasi leader politico di sinistra, quello legato all’ambiente dovrebbe attrarre
consensi trasversali nonché soluzioni pratiche alla portata di mano. Basta per
esempio guardare ai paesi che stanno affrontando con successo il tema delle
energie rinnovabili e della progressiva dismissione dell’utilizzo di
combustibili fossili.
Per
fare questo ci vuole senza dubbio unità di intenti, lasciando da parte i
protagonismi che hanno caratterizzato la storia recente del centro-sinistra. Ma
più di tutto ci vogliono persone attente e capaci, che sappiano mostrare nella loro offerta politica una sapiente miscela di personalità e umiltà al contempo. In pratica, quello che non è riuscito a fare Renzi.Sono aperte le iscrizioni.
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