mercoledì 19 marzo 2014

E' nato prima l'uomo o la gallina?


Putin non molla. Obama non molla. La Merkel non molla. È tutto un tira e molla e noi fra incudine e martello scegliamo la prima posizione. Quella dell’austerità, del pareggio di bilancio, del piatto che piange e della capra che crepa (sotto la panca). Siamo costretti, abbiamo la pistola puntata alla tempia, non possiamo rifiutarci. Il nostro è un obbligo morale, verso i nostri figli e i nostri nipoti. Dobbiamo lasciare loro in eredità uno Stato in pareggio, né prono né chino ma immobile, come le statue che riempiono le piazze e i palazzi delle nostre città. Decrepito, come il muro della domus di Pompei. Saranno le nuove generazioni a inventarsi qualcosa. Più facile che lo facciano quindi partendo dalle macerie …
Quello che raccogliamo oggi è ciò che abbiamo seminato ieri, dice un vecchio adagio. Ed ecco perché raccogliamo da terra solo le briciole. Quello che seminiamo oggi è ciò che raccoglieremo domani. Ed ecco spiegato il luogo comune che vuole che la cultura non riempia gli stomaci ma solamente i cuori. E i nostri cuori sono deserti, fanno parte di un corpo inumano, particolarmente attento a non sporcarsi le mani per non lasciare impronte digitali. La società promuove chi meriterebbe di essere bocciato e viceversa: su queste basi si sta creando lo sviluppo, il progresso. E allora una domanda sorge spontanea: è nato prima l’uomo o la gallina?

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