C’è
un tunnel che va dal Brennero allo stretto di Messina: è l’Italia del governo
giallo-verde, del penta-leghismo, del sovranismo di bufala.
Ci
sono voluti molti anni per (non) vederlo costruito ed ora che ci siamo dentro,
tutti, nessuno escluso, ce ne vorranno molti ancora per riuscire ad intravedere
quella luce che ne anticipa l’uscita.
Il
tunnel collega il paese da nord a sud: gli unici sbocchi possibili, perciò, vengono
rappresentati, a settentrione, dalle Alpi e nel meridione dal mar Mediterraneo.
Per cui la speranza è che finiremo presto o con i piedi gelati oppure con il culo a
mollo. Ma non è detto.
Come
un mondo sotterraneo, onirico, fantascientifico, dove il cielo può essere
scambiato per il mare e viceversa, dentro questo tunnel, lungo abbastanza da non ricordarne
più l’ingresso, la verità e la menzogna hanno lo stesso temperamento e lo
stesso coraggio. Il premio Nobel e l’ignorante hanno eguale credibilità, per
capirsi. Ma non è tutto. Anzi, questo è solo l’inizio. Perché una volta dentro,
milioni di automobilisti del cambiamento vi faranno i fari perché avete una
laurea, magari un dottorato, perché siete colti e non credete ai peggiori blog
che immettono fake news giornaliere nel mercato dell’informazione.
Apologeti
anti-vax, fautori del vecchio conio e del boom economico, militanti della
scorreggia atomica (il solo boom che conosciamo in Italia). Vi lampeggiano e
suonano, inveendovi contro, perché vi dovete levà dar cazzo: è il turno loro.
Ciononostante, non dovete abbattervi: saranno loro a condurvi fuori dal tunnel del
cambiamento. E non c’è dubbio che sarete cambiati a quel punto. Perché sarete
morti. Morti di fame, morti suicidi, morti ammazzati. Mortacci vostri!
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